
Ubisoft è senza ombra di dubbio, una tra le più moderne aziende software presenti al giorno d'oggi, in grado di realizzare giochi ammirati dal grande pubblico. Nel 2014, la software house francese decise di fare un grande salto a livello di produzione, lanciando su PC e console (di vecchia e attuale generazione) Watch Dogs. I mesi precedenti al lancio fecero registrare un hype e un interesse fuori da ogni logica; d’altronde non poteva essere altrimenti. Il gioco avrebbe presto messo gli utenti nei panni di un hacker (Aiden Pearce), capace di interagire con i maggiori elementi della vita quotidiana (bancomat, semafori e qualsivoglia dispositivo hackerabile) per sfidare il sistema CtOS. La critica e il pubblico, però, non perdonarono alcune problematiche relative alla storia poco incisiva, basata sul sentimento di vendetta del protagonista, su una fisica poco realistica e missioni - a detta di molti - poco originali. Io mi discostai da questi pareri. L’originale Watch Dogs, per quanto mi riguarda, riuscì nel bene e nel male a soddisfare le mie personali aspettative. D’altronde, a mio modesto parere, Ubisoft commise l’errore di pubblicizzare fin troppo bene il prodotto prima della sua uscita, trasmettendo agli utenti un’attesa esagerata. Come mi ha detto una persona che ne sa di videogame: “Ubisoft è una specialista nel vendere videogiochi, ancor prima di saperli sviluppare”. Non ci resta che vedere cosa doverci aspettare dal nuovo Watch Dogs 2. Buona lettura.Watch Dogs 2: È tempo di hackerare anche San Francisco - Recensione di Marino D'Angelo | kingdomgame.it | Voto: 7,5/10
