L'ambientazione comune a tutti gli episodi è una base di ricerca in rovina, situata in Groenlandia, in cui un'organizzazione segreta ha scoperto e riportato alla luce la tomba di un alieno, che conteneva un virus senziente conosciuto come Tuurngait, capace di mutare i corpi degli ospiti e mettere in comunicazione telepatica le loro menti. Molti degli enigmi sono basati sulla fisica, come già visto in Half-Life 2.
- Penumbra: Overture è il primo episodio della serie. La storia inizia quando Philip, il protagonista, riceve un'e-mail dal padre, che non aveva mai conosciuto. Gli indizi contenuti nell'e-mail lo portano alla decisione di cercare suo padre nella base di ricerca in Groenlandia.
- Penumbra: Black Plague inizia esattamente dove finiva il primo episodio. Dopo essere stato colpito alle spalle, Philip riprende conoscenza in una cella.
- Penumbra: Requiem è considerato da alcuni come il terzo episodio di Penumbra anche se il realtà è una espansione del secondo. In questa espansione non continua la storia di Philip, ma, bensì, si basa soprattutto sulla risoluzione degli enigmi, con la presenza di alcuni nemici.
[center]Penumbra: Overture

Requisiti Minimi:
- Processore: Pentium 4 1.5 GHz o AMD 2000+
- RAM: 512 MB
- Scheda Video: AMD 8500 o Nvidia GeForce3 Ti
- Spazio su disco: 1.0 GB
- Processore: Pentium 4 3 GHz o AMD 3000+
- RAM: 1024 MB
- Scheda Video: AMD serie 1X00 o Nvidia serie 6X00
- Spazio su disco: 1.0 GB
Penumbra Overture è uno di quei giochi che non ti aspetti e con una storia molto particolare alle spalle. Inizialmente sviluppato come tech demo dimostrativo, creato per dimostrare le eccezionali qualità dell’engine 3D interno e del suo motore fisico denominato Newton Game Dynamics, in poco tempo la demo è riuscita a destare intorno a se un interesse sempre più crescente. Era inevitabile cavalcare l’entusiasmo e i ragazzi della Frictional Games si sono messi al lavoro sullo sviluppo del primo episodio di quella che sarà una serie di tre giochi. Ammetto di avere giocato alla tech demo e di esserne stato favorevolmente impressionato: nonostante la qualità grafica non fosse certamente degna di nota, il motore fisico era qualcosa di incredibile e l’atmosfera che si respirava era veramente da paura.
Il vostro nome è Philip e di certo non è uno dei momenti migliori per cominciare questa storia. E' il giorno del funerale di vostra madre e avete ricevuto un pacco da vostro padre, che in teoria dovrebbe essere scomparso, se non morto da 30 anni. La missiva contiene la chiave per una cassetta di sicurezza e una lettera: letta la lettera e recuperato il contenuto della cassetta, verrete in possesso di documenti scritti in uno strano linguaggio difficile da decifrare. La curiosità è più forte di qualsiasi altra cosa e il nostro protagonista, una volta tradotto il manoscritto, partirà alla volta della Groenlandia alla ricerca di risposte perdute o di nuove domande a cui trovare risposta. Come si evince dall’introduzione, l’inizio è alquanto ambiguo, senza sapere cosa vi aspetta verrete catapultati in un mondo oscuro e tetro dove uscire sarà molto difficile. Giusto per chiarire, non siamo di fronte a un avventura classica in soggettiva o in terza persona, questa volta abbiamo a che fare con un titolo che fa il verso agli FPS, e fa della simulazione il suo punto di forza: i movimenti sono infatti lasciati al connubio mouse e tastiera.
Dal punto di vista grafico, nonostante l’assoluta assenza di filmati veri e propri (ce ne sono un paio ma non si possono definire filmati, sono disegni con la telecamera che si allontana o si avvicina) e da un'introduzione abbastanza scarna, se si pensa che l’engine 3D è amatoriale c’è da gridare al miracolo. Tutti gli elementi grafici sono stati rivisti, migliorati e arricchiti di dettaglio, sembra incredibile, ma se togliamo le pochissime zone esterne realizzate un po' così-così, le parti interne sono ottimamente realizzate, riescono a dare quel senso di angoscia, di terrore e se non vi basta ancora, avrete molte chicche a disposizione per rendere la vostra avventura ancora più immersiva: ombre e illuminazione dinamiche, effetti speculari, motion blur e altre cose più o meno importanti che farò presente in seguito. Purtroppo di contro avremo dei mostri realizzati molto male con pochissime animazioni, modelli poligonali e texture banali, certamente si poteva fare di più, comunque potete selezionare la risoluzione partendo dalla semplice 640 x 480 fino ad arrivare alla 1280 x 1024 a patto di avere un buon computer: sarà una mia impressione, ma non mi pare che il motore sia poi cosi ottimizzato, consiglio vivamente l’aggiornamento dei driver della vostra scheda grafica.
Prima di buttarvi a capofitto in questa avventura dovete affrontare la prova più ardua.... il menù iniziale (scherzo!). A sinistra dello sfondo, dove è raffigurata la bara di vostra madre avrete le voci da scegliere, potete caricare, iniziare o continuare una partita, uscire dal gioco o entrare nella sezione opzioni dove potrete settare i comandi che più aggradano, il sonoro (hardware), il gioco, per scegliere tra le varie lingue (è sottotitolato in italiano, solo il poco parlato sarà in inglese), la difficoltà, la luminosità, infine la grafica, dove potete scegliere tra una marea di opzioni per personalizzare al meglio Penumbra in base al computer che possedete. Alcuni esempi? Filtro anisotropico, texture trilineari, anti-aliasing, vi assicuro, ce ne sono tantissime.
Come detto in precedenza per muovervi nei meandri della miniera avrete bisogno dell’utilizzo combinato di mouse e tastiera, gli spostamenti saranno in tempo reale, quindi niente locazioni fisse o spostamenti pre-calcolati, l’interfaccia grafica è abbastanza semplice da gestire, normalmente negli FPS abbiamo tutte le informazioni necessarie sullo schermo, in questo caso non abbiamo niente, nessun livello di energia come nessun livello di proiettili, niente, l’unica cosa che ci apparirà sarà l’icona di interazione dell’ambiente che è posta al centro dello schermo. Quando passeremo sopra una zona attiva le icone che ci appariranno saranno 3, un occhio per esaminare, una mano per prendere o una mano per interagire con le cose per spostarle, lanciarle o altro: in questo ultimo caso sarà importante l’utilizzo dei 2 tasti del mouse, quello sinistro per prendere e spostare e tasto destro per lanciare.
Potrete accedere all'inventario grazie al tasto TAB della tastiera: il suo utilizzo è molto particolare e per certi versi innovativo. Nella parte sinistra avrete il livello di energia della vostra torcia che potete aumentare raccogliendo le varie batterie sparse qua e la, poco sotto avrete il livello di salute che potete migliorare usando i pochi antidolorifici sparsi nei vari armadietti medici, ricordatevi che dopo un combattimento potete recuperare tutta la energia stando fermi in attesa. Al centro della nostra schermata avremo le zone dove mettere gli oggetti raccolti, ma la cosa più interessante la troviamo nella parte superiore: nonostante si tratti come detto di un ibrido, Penumbra ha una vocazione strettamente avventurosa e la risoluzione degli enigmi è una parte importante, se non fondamentale: in questo caso, gli sviluppatori hanno ben pensato di darci un aiuto per evitare il continuo spezzarsi dell’azione creando nove spazi numerati dove inserire gli oggetti raccolti, che poi, potete richiamare premendo il numero relativo. A mio parere un ottima idea, e ricordate che gli oggetti si possono abbinare trascinandoli uno sopra l’altro.
Qualche parola la devo spendere anche per il motore fisico: una cosa del genere si era gia vista in Half Life 2, seppure in modo diverso, in questo caso c’è stato un ulteriore miglioramento, si è preso in considerazione non solo l’oggetto in se stesso ma anche il suo peso, la sua dimensione e ecco che allora non sarà possibile alzare un grosso barile pieno, ma solo farlo strisciare: un grosso masso lo potete fare rotolare, se è più piccolo anche sollevarlo, gli oggetti di piccole dimensioni potranno essere lanciati e così via. Questo può influire anche sulla soluzione degli enigmi e in alcune situazioni di combattimento che vi spiegherò più avanti. Come ci si poteva aspettare l’audio si assesta su ottimi livelli, e d’altronde non ci si poteva aspettare di meno da un gioco che fa dell’atmosfera il suo punto di forza: eccezionali gli effetti sonori e le musiche riescono a ricreare quel senso di claustrofobia e di angoscia sempre crescente. La durata dell’avventura è piuttosto breve, ma non mancherete di spaventarvi prima di arrivare alla conclusione del gioco: una volta dentro la miniera sarete chiamati a muovervi per 4 livelli, tutti non molto grandi e abbastanza semplici, diciamo che in 6-8 ore potrete cavarvela senza problemi.
Gli enigmi sono una componente primaria e non sono lasciati al caso, hanno tutti un'attinenza strettamente legata al luogo dove vi trovate (niente di stravagante o bizzarro). Si possono dividere in 3 modalità distinte: la prima è la tipica soluzione di enigmi basati sulla vostra intelligenza, azionare macchine, leggere messaggi informativi, abbinare e usare oggetti, la seconda invece è la soluzione di enigmi basati sul motore fisico, l’utilizzo e la manipolazione di cose per raggiungere o superare ostacoli, la terza modalità invece è particolare e riguarda i combattimenti. Non conviene mai affrontare i mostri faccia a faccia, ci sarà sempre un modo alternativo per affrontare queste situazioni e sta a voi riuscire a trovarlo: potete aggirare i nemici nascondendovi (basta spegnere le fonti di luci e abbassarsi), potete sfruttare le bombole colpendole con il piccone per farle esplodere, potete salire su impalcature e lanciare oggetti, potete usare la carne per distrarre l’attenzione o creare un trappola ecc.. potete anche scegliere di affrontare i combattimenti ma le armi a disposizione sono poche, martello o piccone e sarete sempre in inferiorità nella lotta (anche se lanciare oggetti verso i malcapitati può essere una soluzione). Gli enigmi che affronterete seppur ben realizzati saranno facili: questo per un semplice motivo, in ogni livello le cose da fare sono poche ed è quindi naturale arrivare a capire come proseguire, penso che qualche difficoltà in più non avrebbe guastato.
Per concludere Penumbra, è consigliato a tutti gli amanti del genere horror che sanno apprezzare le inquietanti ambientazioni e le storie cupe e angoscianti: la grafica è ben curata, nonostante le ambientazioni siano troppo spoglie, il sonoro è qualcosa di stratosferico, a volte disturbante, i difetti si possono riscontrare nella poca cura nelle animazioni e creazione dei mostri, in una longevità non eccelsa, nelle poche armi messe a disposizione e dagli enigmi troppo scontati. Non so voi, ma io aspetto trepidante l’episodio 2, da paura......
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Penumbra: Black Plague

Requisiti Minimi
- Processore: Pentium 4 1.5 GHz o AMD 2200+
- RAM: 512 MB
- Scheda Video: Radeon 8500 o Geforce 3 Ti
- Spazio su disco: 800 MB
- Processore: Pentium 4 3 GHz o AMD 3000+
- RAM: 1 GB
- Scheda Video: Compatibile Direct 3D con 128 MB
- Spazio su disco: 900 MB
Ho seguito fin dagli albori lo sviluppo di tutti i Penumbra: ho sviscerato tutti gli aspetti del tech demo dimostrativo (che è disponibile freeware), ho recensito e spulciato per bene il primo capitolo di quello che si considerava essere una trilogia (in realtà gli episodi sono stati ridimensionati e questo sarà il secondo e ultimo capitolo della serie ad uscire in versione boxed: è prevista, però, un’espansione in digitale, intitolata Requiem – per ora solo in lingua inglese) e ora dopo un lungo anno di attesa mi appresto a tornare nei meandri oscuri del complesso sotterraneo situato nella Groenlandia, per dare una risposta alle tante domande che assillano Philip: dalla morte del padre a cosa veramente è successo in questo luogo dimenticato.
Se ben vi ricordate, il primo Penumbra era finito in modo rocambolesco [ATTENZIONE: SPOILER]:[SPOILER] Philip stava percorrendo un corridoio della base quando veniva inaspettatamente aggredito da qualcuno, forse una presenza occulta. Dopo una veloce colluttazione il nostro eroe era aveva la peggio e veniva trascinato via. Black Plague comincia proprio da questo punto: al vostro risveglio vi ritroverete rinchiusi in una stanza, appena riuscirete a trovare una via di fuga la vostra ricerca del papà e dei segreti che si celano in quel posto riprenderanno. Praticamente la trama è la diretta prosecuzione di Overture, non è cambiata di una virgola, e la storia prosegue nel suo sviluppo con crescente interesse. Purtroppo, però, si avverte un generale senso di dejà vu: infatti come per ogni seguito ci si aspetta sempre di più di quanto in realtà venga offerto, ed è possibile rimanere con l’amaro in bocca, ormai i cliché del genere sono stati spremuti all’osso e trovare qualcosa di originale non è assolutamente facile.[/SPOILER]
Graficamente, invece, ci sono delle ottime novità: l’engine 3D che sorregge il gioco è stato ottimizzato e adesso è molto più snello e funzionale, inoltre c’è stato un grosso miglioramento nelle textures e nelle ambientazioni. Anche i pochissimi mostri (ce ne sono di tre tipi) sono stati rivisti e adesso non saranno più delle strane ombre fatte malaccio e male animate, ma dei modelli poligonali realistici e più credibili. Ci sono una marea di risoluzioni da scegliere (c’è solo l’imbarazzo della scelta), e tutti gli effetti messi a disposizione saranno un ottimo corredo per chi può usufruirne grazie ad un computer ben pompato. Non ci sono filmati in full motion, ed è stato (come era ovvio attendersi) mantenuto lo stesso motore fisico denominato Newton game Dynamics. Il menù iniziale e l’interfaccia di gioco sono inalterati e quindi non ci metterete molto a riadattarvi, vi invito a leggere la recensione di Overture se volete maggiori dettagli.
Questa recensione verterà sostanzialmente sulle numerose novità introdotte in questo seguito: prima di tutto a livello di publisher, al posto della Lexicon Entertainmet, sono arrivati i ragazzi della Paradox Interactive, e anche la distribuzione italiana è passata dalle mani di Atari a quelle della Blue Label. Sostanziali novità ci sono anche a livello di gameplay e faranno gridare di gioia i vari avventurofili incalliti: pur mantenendo e non snaturando la natura in stile FPS, il gioco è stato oggetto di enormi modifiche: basta armi bianche o da fuoco, basta bombole da fare esplodere o oggetti da incendiare o tirare ai nemici (gli oggetti si possono lanciare ma non saranno mai letali), da adesso in poi tutto sarà affrontato senza l’utilizzo di alcuna arma o oggetto di offesa. L’approccio dovrà in ogni caso essere ragionato e ben pensato, in alcuni casi ci possono anche essere due soluzioni ai vari problemi, l’importante è guardarsi sempre in giro e usare la materia grigia, quindi tutti gli attacchi che subiremo potranno essere evitati con un po’ di ingegno.
Per quanto riguarda gli enigmi ne abbiamo di quattro tipi: possiamo sfruttare la fisica e quindi usare, alzare, utilizzare o modificare i vari oggetti che troviamo in giro, possiamo usare gli oggetti nell’inventario, unendoli, esaminandoli o utilizzandoli quando è necessario, possiamo cercare, raccogliere, leggere i vari fogli sparsi in giro, che sono sempre prodighi di buone informazioni e possiamo infine utilizzare i vari computer per reperire informazioni, trovare e utilizzare codici di apertura e attivare meccanismi.
Altra piacevole novità, è la presenza di una voce fuori campo, scelta alquanto azzeccata che ci permetterà di rendere meno monotono il nostro girovagare tra i vari corridoi e locali: di conseguenza c’è molto più parlato, anche se il nostro personaggio non spiaccicherà mai una parola nei dialoghi (in inglese ma sottotitolati nel nostro idioma) che sono numerosi e ben realizzati.Ggli effetti ambientali, come le musiche, non hanno subito un grosso cambiamento ma si assestano comunque su altissimi livelli: calme e rilassate quando siete soli e incitanti, adrenaliniche quando il momento lo richiede. Ultima novità da annotare è l’inserimento di 10 manufatti segreti nascosti nei vari ambienti: non mi è chiaro se alla fine trovandoli si possa accedere a qualche premio particolare (purtroppo ne ho trovati 9 su 10) ma una cosa è certa: questa ricerca servirà a fare migliorare e completare le statistiche finali. Seppur sia stata annunciata ai quattro venti una longevità maggiore, che avrebbe dovuto superare almeno del doppio l’episodio precedente, non mi sento di poter confermare questa informazione: è vero che la durata complessiva sarà superiore, ma non di molto, diciamo che in una decina di ore ve la potete cavare, comunque alcuni enigmi ben congegnati possono far aumentare il tempo di gioco.
Penombra: Black Plague non delude le attese, con una mossa coraggiosa apporta sostanziali modifiche, migliora tutti gli aspetti tecnici e si discosta in modo abbastanza marcato dall’episodio precedente: il gameplay rinnovato è azzeccato per noi amanti delle avventure e quindi per gli appassionati dell’horror o degli ibridi, questo titolo non può che essere consigliato.
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Penumbra: Requiem

Espansione di Penumbra: Black Plague (richiesto per giocarci). Amplia il finale della saga, chiarendo alcuni punti oscuri nella storia del protagonista.