
Con l’apparizione sul mercato di Demon’s Souls prima, e Dark Souls poi, l’industria videoludica si è ritrovata a vivere una nuova fase storica tanto inaspettata quanto importante. Dal giorno alla notte, iniziarono infatti a moltiplicarsi le richieste espresse a gran voce da un pubblico che, oramai stanco per la generale facilità caratterizzante fin troppi prodotti dell’industria videoludica, sembrava essere alla disperata ricerca di novità capaci d’offrire un ben più elevato tasso di sfida. Ovviamente, il medium videoludico non perse tempo e, nel corso degli anni successivi, si venne a formare un vero e proprio genere a sé stante, per l’occasione denominato Souls-Like, tipologia ludica a cui anche Fall of Light si accosta. Quella che gli sviluppatori italiani di RuneHeads hanno voluto sviluppare è infatti una produzione dall’elevata difficoltà che, sotto diversi aspetti ludici, risulta accomunabile alle opere di Hidetaka Miyazaki. Fate attenzione, però, poiché bollare Fall of Light come un mero titolo “alla Souls” privo di carattere sarebbe un grave errore, ed ora vi spiegheremo il perché.Fall of Light: un Souls-Like tutto italiano! - Recensione di Luca Di Carlo | kingdomgame.it | Voto: 7/10
